Archivio mensile:Maggio 2014
The Wall Machine
TheWallMachine è una interessante applicazione recensita da Laura Cimetta sul blog degli “Insegnanti 2.0” e segnalata sul gruppo FB da Giuseppe Corsaro.
Ritengo che questa app possa trovare valido impiego nella didattica. In particolare, nella mia disciplina, può trovare ampio spazio con la realizzazione di finti profili di personaggi dello sport, con lo scopo di conoscere meglio il loro valore, e di personalità che hanno contribuito allo sviluppo delle attività fisico-motorie.
L’app è semplicissima da usare e non richiede competenze di programmazione o informatiche.
Giocare e praticare sport
Ho letto con piacere l’articolo “Giocare è una cosa seria”, scritto da Alessandra Fasola, pubblicato nel numero di maggio della rivista “FOCUS”.
Ad onor del vero leggo sempre con piacere e con periodicità abbastanza costante quanto pubblicato con i periodici “FOCUS” e “FOCUS STORIA”, due magazine che mi affascinano per gli argomenti trattati e per l’accuratezza con la quale vengono affrontate le tematiche proposte.
Mi piace parlare in particolare dell’articolo della Fasola per l’affinità con il mio lavoro di insegnante e di studente in psicologia.
Quello del gioco è un argomento caro a psicologi, sociologi e filosofi. Da Schaller a Bertin, passando da Huizinga che, nel 1938, ha considerato il gioco come un tratto fondamentale dell’uomo (come trattato in un mio precedente post), hanno trattato quella che sono le caratteristiche fondamentali del gioco: il piacere ed il divertimento (come ribadito nell’articolo dal professor Gianfranco Staccioli, pedagogista e docente di “Metodologie del gioco e dell’animazione” all’Università di Firenze).
“L’attività ludica rappresenta uno stimolo e un allenamento mentale e psicologico, una risorsa molto potente perché basata sul “rinforzo positivo” dato dal piacere.
Un recente studio condotto dall’Istituto Max Planck di Berlino ha mostrato un significativo incremento delle capacità cognitive (orientamento spaziale, pianificazione strategica, memoria e abilità motorie) in un gruppo di adulti coinvolti in brevi sessioni quotidiane di Super Mario 64, mentre all’Università di Rochester (Usa) hanno dimostrato che “allenarsi” con giochi elettronici d’azione aumenta del 25 per cento la velocità nel prendere le decisioni e la capacita di valutare più stimoli contemporaneamente.
Allo stesso tempo il giocare è una formidabile palestra psicologica: Abitua a tollerare le frustrazioni, a elaborare strategie, a sviluppare l’abilita di problem-solving ed a collaborare con gli altri e soddisfa anche alcuni bisogni umani primari, come l’istinto ad affermarsi attraverso la sfida.
L’attività ludica, inoltre, può diventare lo schermo dietro a cui nascondere ossessioni, fobie o difficoltà di relazione.”
I valori pedagogici del gioco appaiono fuori discussione. Ciò che desidero evidenziare, invece, è come nel 2014 ancora possa nascere confusione nel distinguere Educazione Fisica da gioco e sport.
Visto che sul gioco, prendendo spunto dal citato articolo, è stato chiarito molto, va ribadito che l’Educazione Fisica mira allo sviluppo di uno stile di vita più attivo delle persone, verso una dimensione autenticamente culturale, eclettica, olistica e permanente.
L’Agenda di Berlino (messa a punto durante il Summit mondiale dell’Educazione Fisica dell’ICSSPE del 1999) e la Dichiarazione sull’Educazione Fisica del 2000 hanno costituito le premesse per la stesura di un documento nel quale viene riaffermato il concetto di Educazione Fisica come diritto universale basato su valori di interdisciplinarità e di impegno sociale.
Lo sport, da parte sua, rappresenta l’insieme delle attività, individuali o collettive, che impegnano e sviluppano determinate capacità psicomotorie, svolte anche a fini ricreativi o salutari (Sabatini Coletti – Dizionario della Lingua Italiana). Tra le caratteristiche principali delle attività definite sportive troviamo l’uguaglianza nelle opportunità di gareggiare e nelle condizioni della competizione, la specializzazione dei ruoli, la razionalizzazione, l’organizzazione burocratica e la ricerca del record (Enciclopedia delle scienze sociali Treccani -1998).
Migliorato QuestBase
Finalmente è disponibile la nuova versione di QuestBase, il software italiano gratuito per docenti, realizzato da Paolo Mugnaini, che permette di risparmiare tempo nella preparazione di verifiche ed esami.
È ora possibile condividere i propri questionari con altri docenti in modo da lavorare insieme e riutilizzare le domande dei colleghi!
Inoltre, con QuestBase Secure Browser, si possono svolgere esami davvero sicuri.
Nuovi software per la creazione di esercizi
Roberto Sconocchini dal suo blog segnala l’inserimento di due nuovi software didattici per la creazione di esercizi, test e verifiche, creati da Fabio Ballei.
“CLOZE” consente di creare esercizi di riempimento di vuoti, mentre “TEST A CHIAVE INDIVIDUALE” è un’applicazione per la preparazione di test da stampare.
I due software sono stati inseriti in VBscuola.
Innovative Design a Didamatica 2014
Il Progetto Innovative Design è nato per rispondere alle attuali esigenze formative da parte dei docenti di ogni ordine e grado.
È fortemente percepita, infatti, la responsabilità di formare i ragazzi del XXI secolo a crescere e lavorare in un mondo globalizzato e tecnologicamente avanzato.
Queste le slide presentate da Flavia Giannoli a Didamatica.
Che zoom!
Maneggevole, facile da impugnare, con un eccezionale zoom ottico 63x, un valore decisamente elevato per questo genere di prodotto.
A dispetto della distanza, anche i particolari di una statua (sopra quella di Nettuno, davanti alla Prefettura di Messina) sono visibili.
La Cyber-shot H400 ha il corpo macchina in stile reflex, il mirino elettronico, la modalità automatica Intelligent Auto e un pulsante filmati dedicato.
Dispone di un sensore CCD da 20,1 megapixel, sufficiente anche per ingrandimenti formato poster.
È stato facile innamorarsi!
POST CORRELATI
Coscienza collettiva di Durkheim
Nelle fasi di studio alcuni argomenti colpiscono maggiormente l’attenzione. Nel proseguire la mia preparazione per gli esami di antropologia culturale, ho deciso di pubblicare una porzione di quanto studiato. Ciò che riporto a seguire, quindi, non rappresenta un post a carattere scientifico redatto da un professionista.
Secondo Durkheim la coscienza collettiva si differenzia dalla coscienza individuale ed è l’insieme di rappresentazioni, norme e valori, condiviso dai membri di una società, e come tale costituente la dimensione societaria di questo insieme di persone.
Ciò significa che una società di individui si distingue da un aggregato di persone in quanto la prima si propone dei veicoli che strutturano e regolano l’interazione e il comportamento degli individui tramite rappresentazioni collettive, valori, norme, istituzioni e sanzioni: ossia dispone di una coscienza collettiva che definisce la sua dimensione sociale. Le relazioni tra i membri all’interno della società sono dunque regolate da questi fattori che orientano sia la produzione materiale sia quella intellettuale.
Il concetto di coscienza collettiva si inserisce nell’opera di Durkheim nella sua generale elaborazione sul mutamento sociale, secondo la quale nelle società moderne si sarebbe in presenza di una riduzione della presa della coscienza collettiva su quelle individuali.
Interessante workshop a Reggio Calabria
Un interessante workshop si è svolto a Reggio Calabria, presso la sede dell’A.C. Format, sulla nuova ECDL.
L’incontro, condotto magistralmente da Renato Marafioti, è servito a fornire chiarimenti sulla nuova certificazione sviluppata per rispondere alle mutate condizioni della realtà tecnologica e informatica, che offre nuovi moduli e una maggior flessibilità per favorire l’apprendimento continuo.
Fino al 31 agosto 2014 è possibile scegliere la certificazione ECDL Core secondo le regole precedenti. Gli esami delle certificazioni ECDL Core saranno garantiti fino allo scadere delle skills card vendute entro il 31 agosto 2014. In questo intervallo di tempo la ECDL Base e la ECDL Full Standard si affiancheranno alle tradizionali ECDL Core Start e ECDL Core Full per poi gradualmente sostituirle.
Bourdieu: conoscenza prassiologica
Nelle fasi di studio alcuni argomenti colpiscono maggiormente l’attenzione. Nel proseguire la mia preparazione per gli esami di antropologia culturale, ho deciso di pubblicare una porzione di quanto studiato. Ciò che riporto a seguire, quindi, non rappresenta un post a carattere scientifico redatto da un professionista.
Tra i tanti che hanno contribuito negli anni ’60 ad una revisione critica dei metodi dei paradigmi antropologici, c’è il sociologo francese Bourdieu che svolse ricerche fra i berberi d’Algeria al tempo della guerra di liberazione algerina dal colonialismo francese e andò elaborando una prospettiva teorica originale che ha i propri fondamenti nella teoria prassiologica della conoscenza e in quella dell’ habitus, strettamente legate fra loro.
Per Bourdieu, la conoscenza prassiologica tiene conto maggiormente dei fenomeni indagati dall’antropologia e dalla sociologia. Si osservano le pratiche sociali cogliendole non con lo sguardo della conoscenza fenomenologia ma con lo sguardo di chi sa che tali pratiche sono intimamente connesse con le strutture colte dalla conoscenza oggettivistica. La peculiarità della conoscenza prassiologica consiste nel vedere la pratica agita come riflesso dell’incorporazione delle strutture oggettive del mondo sociale come i rapporti economici, relazioni di autorità, di gerarchia e le ideologie sul proprio gruppo di appartenenza.
L’ habitus è definito da Bourdieu come “un sistema di disposizioni durature predisposte a funzionar come struttura strutturante”. Il nostro modo di essere nel mondo è condizionato dalle strutture a noi esterne che sono studiate dalla conoscenza oggettivistica: relazioni economiche, sociali, politiche, ideologiche. Ma questo nostro modo di essere, tende a strutturare, dare forma, al mondo esterno medesimo. La distinzione individuo/società tende così ad attenuarsi, per cui il comportamento individuale può essere visto come qualcosa modellato dalla realtà sociale e al tempo stesso, contribuisce a modellare quest’ultima.
Didamatica è alle porte
L’edizione 2014 di Didamatica si terrà a Napoli il 7, 8 e 9 maggio ed è organizzata da AICA (Associazione Italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico), in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II, con il MIUR e con l’Agenzia per l’Italia Digitale.
Saranno tre giornate dense di incontri durante i quali si rifletterà a tutto campo sui temi delle tecnologie digitali per la didattica e l’apprendimento.
Per quello che riguarda da vicino i miei interessi, desidero segnalare i due workshop dedicati agli Istituti Comprensivi:
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Mercoledì 7 maggio, alle ore 16.45: “Istituti comprensivi: Proposte per sviluppare le competenze digitali e di computational thinking degli studenti“
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Venerdì 9 maggio, alle ore 8.30: “Proposte per potenziare le competenze digitali dei docenti nella didattica degli istituti comprensivi”
Per gli insegnanti di ogni ordine e grado è stato ottenuto l’esonero (Prot. n. 3471 del 10.04.2014, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca).
Questi i riferimenti ufficiali: