Archivio mensile:dicembre 2018
Pensieri di fine anno
Il 31 dicembre è la data dei consuntivi, dei buoni propositi. Io desidero soltanto ringraziare chi mi è stato vicino, chi mi ha aiutato a superare le difficoltà sorte durante il cammino, chi si è dimostrato vero amico donandomi il suo tempo (non faccio nomi perché non voglio dimenticare nessuno, ma la foto del post voglio dedicarla alla mia metà, concedetemelo).
In questo ultimo giorno dell’anno, il mio pensiero va a coloro che hanno perso la rotta trascorrendo il loro tempo migliore con il telefonino in mano, perdendo l’amore di chi sta vicino, il gusto delle cose che si mangiano, le meraviglie donate ogni momento dalla natura, dedicando il loro tempo a controllare la bacheca dei social per essere primi a vedere il video divertente e scoprire cosa hanno comprato gli amici al centro commerciale o se hanno cambiato il cellulare.
Il mio pensiero va a coloro che nel corso della giornata si sentono stanchi, ma non rinunciano a portare a letto il proprio smartphone pensando che fuori è ancora giorno e che dormendo perderanno ciò che accade lontano, a coloro che da molto hanno rinunciato a cantare la loro canzone preferita perché è tempo “sprecato” ed hanno riposto nel cassetto o peggio ancora nel cassonetto i loro “arnesi” da disegno perché disegnare, pitturare o avere un hobby è una “cosa” da bambini.
Come buoni propositi per l’anno che sta per arrivare penso un po’ a me. Desidero leggere di più per acquisire una prospettiva diversa sulla vita, desidero rileggere anche vecchi libri per afferrare argomenti che, prima, non ho nemmeno preso in considerazione e desidero tornare in contatto con i vecchi amici con i quali non mi sento da tempo, anche con una semplice telefonata, perché non voglio permettere che l’anno nuovo me le porti via.
U scrusciu du mari, a fumata da Muntagna
Dal 24 dicembre l’Etna torna a farsi vedere e sentire. Con l’amico fraterno Nicola siamo andati a fare qualche scatto, provando a soffermarci con le nostre fotocamere sul suono del mare e quel fumo che, con i colori del tramonto, incute paura.
“Al calar del sole a Ganzirri” a Montelepre
Dopo l’esposizione a Mazara del Vallo (evento internazionale Marenostrum) la mia foto “Al calar del sole a Ganzirri” approda con altre del gruppo FOTO ITALIA T&D a Montelepre, nella splendida location di Torre Ventimiglia dal 22/12/2018 al 06/01/2019 a partire dalle ore 18:00. Le mie foto possono essere viste sulla mia pagina FB.
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Il terzo dei volumi dedicati ai maestri di fotografia
È arrivato in edicola il terzo volume dei “Maestri di fotografia” e non lo potevo perdere. I suoi scatti in bianco e nero sono ormai diventati delle icone della fotografia, centosettanta sono attualmente esposti, fino al 24 febbraio, con grande successo a Torino nelle Sale dei Paggi della Reggia di Venaria.
Elliott Erwitt nato a Parigi, visse in Italia fino al 1938. Emigrò con la famiglia negli Stati Uniti d’America nel 1939 dove studiò fotografia al Los Angeles City College dal 1942 al 1944 e cinema alla New School for Social Research dal 1948 al 1950.
Questo volume, raccontato da Mario Calabresi, è ricco di una analisi tecnica curata da Alessia Tagliaventi, autrice e Docente di storia della fotografia. Come detto in altre occasioni, non sono un critico d’arte o di fotografia, desidero solo esprimere il mio modesto parere per suggerire l’acquisto di questo volume.
La foto a corredo del post è di Anna Ferrara che ringrazio.
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“Personae” alla Reggia di Venaria
“Personae” alla Reggia di Venaria è la più completa retrospettiva di Elliott Erwitt. Fino al 24 febbraio centosettanta immagini in bianco e nero e a colori che mettono in evidenza lo stile del fotografo americano.
La foto a corredo del post è di Francesco Tracuzzi che ringrazio.
Ripostare foto in rete
Come molti sanno mi piace leggere e proprio oggi ho letto un interessante articolo, scritto dall’Avv. Cristina Manasse, esperta in vari campi tra i quali cito il diritto dell’arte, della fotografia e della proprietà intellettuale, che parla su Nphotography n° 82, del pronunciamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea in merito a ripostare contenuti protetti dal diritto d’autore. Considerato l’argomento caro a tanti fotografi (professionisti e amatori), suggerisco l’acquisto del prestigioso magazine che sarà presto in edicola.
Siamo diventati “diversamente giovani”?
Un tempo a dicembre si cominciava ad attendere il Natale. Già nel primo periodo si vedevano i bambini per strada a fare i loro giochi tipici. Anche se con il maglioncino, la partita di calcio, il rimpiattino, la campana non glieli toglieva nessuno. Le guance erano rosse, non si sa bene il perché: per il caldo generato dal gioco o per il freddo che si sentiva nell’aria? In lontananza si vedeva il fumo dell’ultimo venditore di caldarroste che spesso ne prendeva una palettina e la regalava al bimbo che stava li ad ammirarlo. Prendeva la carta ruvida, la accartocciava a “cannolo” (come lo chiamavamo noi), ne metteva due o tre e le porgeva. Chi era timido abbassava lo sguardo, chi non lo era afferrava il regalo e scappava via urlando solo grazie.
Quando il tempo era poco clemente, si stava sulle scale di casa insieme agli amici ad attendere gli assenti ed a raccontarsi i propri desideri per il Natale: le costruzioni, il gioco di componentistica, il nuovo modello scala 1:43 dell’automobilina. Poi passava il padre di qualcuno dei presenti e regalava la famosa scatola metallica di liquirizia, raccomandando di essere a casa per l’ora di pranzo.
Adesso la domenica è riservata agli acquisti nel centro commerciale ed i giorni festivi antecedenti alla grande festa sono proprio diversi. Dal mezzo di quella marea di auto parcheggiate passano le famiglie che si recano a fare gli acquisti. Anche se abbigliate in modo diverso, sembrano tutte uguali. Il padre è quello pensieroso, di umore grigio, che cammina con lo sguardo nel vuoto e che, di tanto in tanto, bisbiglia al figlio di stare attento alle macchine che escono dal parcheggio. La madre è quella truccata, ma ancora con gli occhi gonfi dal sonno che ha perso per incipriarsi; tiene lo smartphone in mano, in attesa del messaggio dell’amica che le rivelerà cosa ha ricevuto in regalo dalla raccolta a premi e che “scruta” sui social l’ultima novità del mercato. Il figlio è l’unico entusiasta che non vede l’ora di poter scegliere i propri regali da ricevere subito, senza attendere che quel signore anziano vestito di rosso possa scendere dal camino a portarglielo. Si, il bambino sa che quel signore non esiste e poi non potrebbe scendere dal camino visto che a casa sua non c’è, lo hanno persino detto in televisione.
Dentro il centro commerciale è ancora peggio. Il padre sta appoggiato al carrello, impugnando il suo telefonino. Non si ferma neppure al reparto bricolage, sa che non ha più il tempo per realizzare la cornice del quadro che desiderava appendere nel salone; poi si rende conto che giù in cantina il quadro si sarà già rovinato e che conviene informarsi sul giorno della settimana in cui la nettezza urbana potrebbe passare a prenderlo. La madre, invece, ha già adocchiato la presina per le pentole che potrebbe sostituire quella regalata alla suocera lo scorso anno, ma il tempo è tiranno e non ci si può fermare in quel reparto quando si deve necessariamente correre al settore calzature per sostituire le scarpe acquistate la settimana scorsa e già passate di moda o alla telefonia per scambiare il proprio cellulare acquistato già quasi trenta giorni fa e privo della fotocamera all’ultimo grido. Il figlio, prima sorridente, è già in crisi, perché il papà ha giudicato superfluo l’acquisto dell’ennesima maglia numero dieci che vuole esibire alla prossima seduta di allenamento della scuola calcio e la mamma ha ritenuto stupido e da bambini piccoli l’acquisto di quel puzzle insistendo sulla scelta di un nuovo paio di scarpe da tennis alla moda che possono far invidiare i compagni di classe.
All’uscita l’umore precipita. L’uomo, dietro il carrello, ha difficoltà a vedere la strada che conduce alla macchina parcheggiata, ma riesce a nascondersi bene dietri gli acquisti e coprire i suoi pensieri rivolti alle ore di straordinario che si dovranno fare. La moglie è affranta dal non essere riuscita a trovare la taglia giusta per quel capo d’abbigliamento che avrebbe potuto indossare l’indomani in ufficio; la colpa è di quella palestra che in sette giorni non è riuscita a farle perdere quel peso in più. Il figlio è in lacrime perché il mancato acquisto della fascia tergisudore lo farà sfigurare al prossimo allenamento ed è un po’ preoccupato che i jeans strappati appena impacchettati possano provocare un’interrogazione a scuola, cosa che era riuscito ad evitare grazie alle doti mimetiche maturate.
Certamente l’attesa del Natale è diversa da qualche anno fa, ma ricordiamoci che questa società l’abbiamo cambiata noi. È stato un errore o siamo diventati “diversamente giovani”?