Archivio mensile:gennaio 2019
Riflessioni sul “Tricolore incatenato”
Ormai da quattro anni non faccio più scatti minimalisti, non riesco a dire se non ho avuto l’opportunità o se non ho avuto la voglia di farli. Ieri, leggendo un articolo di Jason Parnell-Brookes, ho voluto rivedere i miei scatti minimal, che sono veramente pochi, provando a scrivere qualche riflessione sull’argomento.
L’ Oxford Dictionary of English definisce il minimalismo come “Un movimento nella scultura e nella pittura, che sorse negli anni 50, caratterizzato dall’uso di forme semplici e massicce“.
È chiaro che se si parla di minimalismo in fotografia è indispensabile spostare l’attenzione dello spettatore sul soggetto della fotografia, riducendo al minimo gli altri elementi.
Io per questo scatto del 2015, fatto con la Nikon D5500, “Tricolore incatenato”, ho preso tre bacchettine flessibili e la vecchia catenella dello sciacquone del bagno e le ho poggiate su un foglio di carta A4 camosciato di blue .
Credo che gli scatti minimal, oltre a comunicare un messaggio in maniera semplice e diretta, rappresentino anche un momento della vita del fotografo in cui vorrebbe che tutto fosse più facile e comprensibile.
Riflessioni sulle tendenze fotografiche
Quando si rimane per un po’ di tempo fermi da attività lavorative, ricordando che l’ozio è il padre dei vizi, provo a leggere e scrivere qualcosa. La lettura a volte varia tra un buon libro o una rivista, il blog è il mio spazio di scrittura che prende in considerazione tematiche che mi piace approfondire, anche se a volte, mi piace scrivere e poi non vedo la necessità di postare quanto realizzato.
Tra le letture di riviste, spesso, mi tuffo su quelle internazionali che trattano argomenti di mio interesse.
La fotografia, appare ovvio, che ricada tra le mie passioni e che rientri tra le mie letture preferite. È per questo che ho voluto attenzionare le tendenze fotografiche del momento e confrontarle anche con quanto pubblicato dai miei conoscenti non italiani.
Ovviamente quanto letto è certamente più attendibile da quanto visto tra le pubblicazioni delle persone che conosco considerato che la percentuale d’indagine è basata su un campione statistico più alto.
Da quanto letto emerge che il maggior numero di foto che riguardano il cibo sono scattate in Russia, basate su sfondi chiari e scuri in due stili che risultano in netto contrasto tra loro.
In Germania, invece, impazza la macro-fotografia che mette in evidenza alcuni degli angoli più inaspettati dei piccoli “modelli” che diventano particolarmente sorprendenti.
Negli USA sono i viaggi che permettono di ammirare luoghi e angolazioni non visibili spesso tra le brochure delle agenzie o nei siti che promuovono queste località. Gli scatti si basano sulle esperienze fatte da chi viaggia e trasmettono emozioni e prospettive del fotografo.
Nei paesi dell’Est europeo, con la Serbia in testa, spiccano gli scatti familiari che evidenziano una prospettiva forzata che copre luoghi, bellezze naturali ed ambientali, per focalizzare l’attenzione sulle persone. In queste occasioni il fotografo cede l’esperienza visiva all’osservatore che si sente parte di quel momento, come se lo avesse vissuto.
I paesaggi urbani registrano il primato degli USA, seguiti dall’Italia. Gli scatti si concentrano sull’architettura (sia esterna che interna) e mostrano quasi un taglio giornalistico o di documentazione. Va inoltre detto che a volte le immagini vengono riprodotte dalla stessa posizione da altri fotografi che inducono (o tendono a farlo) a ritenere la storia simile a quella di coloro che hanno utilizzato la stessa composizione e la medesima posizione.
Dando uno sguardo alle pubblicazioni dei miei conoscenti, rimarcando che il campione statistico dal quale traggo le informazioni è certamente più basso di quello analizzato nell’articolo letto, emerge che in Turchia si da molto spazio alla vita quotidiana, numerose sono le foto dei mercati che ho visto o le “street” con i bimbi che giocano. Dai profili dei conoscenti abitanti in Giappone, ho visto molte foto di ragazze, spesso con divisa da “studentesse” e paesaggi urbani con riferimenti architettonici a ponti ed edifici.
Gli “amici” statunitensi e canadesi danno molto spazio ai panorami di luoghi incantati a loro vicini, mentre le macro le ho notate principalmente sui profili dei fotografi cinesi. In questo settore si notano, oltre agli insetti tipici delle zone, anche tantissimi fiori, ricchi di colori.
Indipendentemente dalle conclusioni che si possono trarre dalla lettura di questo post, ritengo che la diffusione di queste foto, nel rispetto del copyright dei legittimi proprietari, sia un bel contributo alla cultura umana alla quale dovrebbero fare riferimento le nuove generazioni al posto di continuare ad inserire nei social i noiosi selfie nei bagni della scuola o del locale nel quale ci si reca con gli amici, o peggio le foto del proprio alluce sulla spiaggia accanto alle pietre piatte impilate nei momenti di noia.
La foto a corredo del post è stata scattata da me con la Nikon D5500 nel 2015.
Aspettando la Katàbba 2019
Domenica prossima, 27 gennaio 2019, dalle ore 10:00 alle 23:00, si svolgerà la giornata Medievale Monfortese, curata dell’Associazione Katàbba, che come consuetudine si svolgerà in prossimità della festa di Sant’Agata.
L’evento ormai accaduto secoli fa, ha lasciato una forte traccia nella memoria della comunità Monfortese che continua a festeggiare la liberazione delle proprie Terre dai Saracini. Il programma dettagliato della manifestazione è inserito nei social.
La foto a corredo del post è stata scattata da me con la Nikon D5500 nel 2016.
Aspettando il torneo del Maiorchino 2019
Domenica prossima, 27 gennaio 2019, 15:30 – 17:30, si svolgerà a Novara di Sicilia (ME) il Torneo del Maiorchino 2019. La manifestazione proseguirà nelle domeniche successive come previsto dall’evento pubblicato sui social.
La prima manifestazione popolare della “Maiorchìna” si svolse nel 1600 e si pratica ancora, con tanto entusiasmo e tanta partecipazione, seguendo le solite, vecchie e poche regole del gioco.
La foto a corredo del post è stata scattata da me con la Nikon D5500 nell’edizione del 2017.
Sassi che avrebbero molto da raccontare
Una foto che mi piace, scattata da altri (quella a corredo di questo post è stata fatta da Anna Ferrara), a volte mi porta a pensare. Quanto ascoltato domenica mattina, unito ad uno sguardo attento alle foto realizzate, mi ha portato a scrivere quanto sotto.
Sassi che avrebbero molto da raccontare,
sassi che hanno più di una storia lontana dal mare.
Viottoli pieni di muschio
e piccole decorazioni vicino l’uscio.
Travi antiche dal colore struggente
che ci raccontano una vita alquanto pesante.
Bellezze d’arte davanti ai nostri occhi
che celano la loro vita a chi tiene ancora i balocchi.
Un gruppo di gente vera
che ascolta con interesse una storia sincera.
Storie sincere che non sempre narrano il bello,
ma ci fanno pensare al nostro pesante fardello.
Storie dure che con minima beltà,
ci fanno pensare ai danni della Società,
una Società fatta da chi ci ha preceduti
e che per farla in tanti son caduti.
Sassi antichi e resti di tetti,
un tempo stabili ed assolutamente perfetti,
con il loro manto ci hanno sempre protetti
ed hanno permesso agli anziani il racconto dei “detti”
Noi, gente curiosa,
ascoltiamo bene ogni cosa,
ascoltiamo il narratore
che ci racconta in pochi minuti un passato fatto di diverse ore.
Tante ore e svariati anni,
ma con gli occhi apprezziamo solo i danni,
guardiamo con stupore,
ma ascoltiamo col cuore.
Pensiamo a chi avrebbe potuto fare,
prima che noi venissimo a fotografare.
Ma adesso non pensiamo a ciò che non è stato fatto,
dedichiamoci a quanto ci hanno detto,
ammiriamo con amore
chi per organizzare ci ha messo il cuore,
questa, in fondo, non è una poesia,
ma solo il racconto di una fotografia,
un resoconto un po’ invadente
dopo una domenica trascorsa con tanta bella gente,
che ha ascoltato e fotografato
quel pezzo di storia che hanno dato,
di una bellezza d’un tempo passato
che, fortunatamente, non è stato dimenticato.
Quando torneremo a fare quattro passi,
troveremo sempre i sassi,
ci spiegheranno che quanto ci hanno narrato
è un regalo che ci hanno dato,
un racconto profondo
che con le nostre foto fa il giro del mondo,
ma cosa importante che in poche ore,
il narrato ha trovato posto nel nostro cuore.
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Passeggiata a San Pier Niceto
Una interessante passeggiata fotografica ci ha portati ieri a San Pier Niceto, un comune della provincia di Messina, situato su una collina a 294 metri sopra il livello del mare, divenuto contea nel 1628 sotto il principe Giuseppe Moncada Saccano e decaduto a seguito della conquista della Sicilia da parte di Giuseppe Garibaldi.
Grazie alla guida dell’ing. Antonino Micale e dell’ing. Piero Basile, abbiamo appreso diverse informazioni storiche sul paese ed abbiamo potuto ammirare alcune bellezze storico-architettoniche come la Chiesa parrocchiale di San Pietro, la più importante del paese, nonché Chiesa Madre, situata in piazza Duomo, risalente al XVI secolo, precisamente al 1581.
Ho fatto qualche scatto riproponendomi di tornare per contemplare alcuni dei beni artistici che non ci è stato possibile visitare.
Tramonto a Vendicari
“Tramonto a Vendicari” sta riscuotendo notevole successo su 500px, una community di fotografi per la condivisione, ricerca, acquisto e vendita delle foto nata nel 2009. Proprio perché pensato e ideato da fotografi il copyright delle foto è tutelato: è necessario, infatti, chiedere il diritto per usare le foto.
Chi vuole può vedere le mie foto sulla mia pagina.
Un anno di “Al calar del sole a Ganzirri”
Oggi fa un anno preciso che nel gruppo “Foto Italia Tempi & Diaframmi” è stata scelta per l’inserimento nella TOP Selection T&D la mia foto “Al calar del sole a Ganzirri”. Tante le soddisfazioni che mi ha fornito questo scatto e mi auguro di poter tornare con sentimento ed amore alle mie fotografie. Il mio archivio può essere visto sulla mia pagina FB.
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