Archivio mensile:gennaio 2020
Interessante articolo sulla post produzione
Nel leggere gli argomenti che preferisco, non posso escludere dalla mia navigazione una visita al sito “fotografidigitali.it“, ricco di informazioni sulla passione che ho per hobby.
Ritengo interessante l’editoriale del 29 gennaio dal titolo “Post produzione e fotografia, una storia lunga più di 150 anni” scritto da Alessandro Bordin, un percorso sulla post produzione che prova la strada percorsa a braccetto dalle due discipline. Consiglio ai visitatori del mio blog una lettura di questo articolo per un piacevole arricchimento della conoscenza.
La foto a corredo del post è lo screenshot della porzione della home relativa all’articolo.
On line “Coelum Astronomia” n°241
Da ieri è disponibile il n°241 di “Coelum Astronomia” un magazine per gli appassionati di astronomia e, nel mio caso, di astrofotografia. Tra i vari articoli, non vedo l’ora di leggere quello di Giorgia Hofer sul cosiddetto “Nightscape”, la fotografia del paesaggio notturno. Da non perdere assolutamente.
La foto a corredo del post è lo screenshot ridotto della copertina del magazine.
Incontro su Leonardo a Milazzo
Venerdì 31 gennaio 2020, in occasione del quinto centenario dalla morte, si terrà un incontro sul tema “Leonardo, genio universale”.
L’evento, organizzato dalla LUTE di Milazzo, si svolgerà alle ore 16:00 nell’aula magna dell’I.T.T. “Maiorana” di Milazzo.
La foto a corredo del post è lo screenshot ridotto della locandina dell’evento.
A giorni potremo vedere gli scatti del concorso National Geographic Italia 2019
Ancora pochi giorni di attesa e potremo ammirare gli scatti del concorso National Geographic Italia 2019. Le immagini dei vincitori di tutte le categorie verranno pubblicate sul magazine in edicola a febbraio e sul sito ufficiale in data 1 febbraio.
Il concorso ha previsto due categorie di concorrenti:
- Senior (maggiorenni), con tre sezioni tematiche: “Mondo Animale”, “Luoghi e Paesaggi”, “Persone”;
- Junior con una sola sezione tematica “Tema Libero”.
La foto a corredo del post è lo screenshot della copertina del numero scorso del magazine.
Tra storia e arte antica a San Pier Niceto
Si è svolta ieri la seconda passeggiata fotografica a San Pier Niceto organizzata da Antonio Spadaro. All’arrivo siamo rimasti sconvolti dalla notizia dell’improvvisa scomparsa dell’Ing. Pietro Basile (nella foto a corredo del post), Assessore allo spettacolo, sport, turismo, politiche culturali e giovanili e beni culturali del borgo peloritano, avvenuta nel novembre del 2019. Lo scorso anno, insieme all’ing. Antonino Micale, ci aveva fornito diverse informazioni storiche sul paese, confermando la generosità e la disponibilità che lo contraddistinguevano.
La passeggiata, che con molte probabilità sarà documentata sul sito di Antonio Spadaro, è andata avanti per i vicoli del borgo con le delucidazioni dell’ing. Antonino Micale, fino a concludersi con le dettagliate informazioni sulla “Chiesa del Rosario” realizzata nel XVII secolo e la foto di rito davanti alla “Chiesa di San Francesco di Paola” con annesso “Convento di Santa Maria Maggiore“, divenuto in parte, oggi ristrutturato, sede del Palazzo Comunale.
La foto a corredo del post l’ho scattata nella passata edizione ed è un portrait dell’Assessore scomparso citato all’inizio del post.
POST CORRELATI
“Film in fotografia”
Domani, venerdì 24 gennaio, alle ore 16:30, presso il Salone degli Specchi della Provincia Regionale di Messina (Corso Cavour, 140), sarà presentato il progetto del regista Biagio Cardia dal titolo “Film in fotografia” dedicato al pittore Antonello da Messina ed alla Santa Eustochia.
La foto a corredo del post è lo screenshot ridotto della locandina dell’evento.
Pink Lady Food Photographer of the Year
Giusto martedì scorso ho postato qualche riflessione sulla foodphotography, proponendo la navigazione nel sito di Jean-Philippe Baudey per arricchire la propria conoscenza.
Chi trova piacevole questo tipo di fotografia non può che conoscere “Pink Lady Food Photographer of the Year” definito da Digital Camera World (nel gennaio 2019) “il premio più prestigioso del settore” e da Advanced Photographer come “uno dei concorsi di nicchia più rispettati e creativi al mondo”
Il concorso, la cui iscrizione si chiude alla mezzanotte del 9 febbraio (se il mio inglese non mi tradisce nella comprensione del testo), permette, attraverso il sito ufficiale, la visione degli scatti del 2019 che suggerisco di ammirare.
La foto a corredo del post è lo screenshot di una porzione della home del sito ufficiale.
Sempre e mai, due parole da utilizzare col contagocce
Wendell Johnson, psicologo, attore e autore americano consigliava così: “sempre e mai sono due parole che dovresti sempre ricordare di non usare mai“.
In realtà nella società contemporanea si fa un abuso, spesso improprio, di questi termini. Vengono utilizzati con molta frequenza in un contesto negativo che preclude la possibilità di dimostrare qualsiasi miglioramento e sono considerate parole agghiaccianti perché sono vocaboli dal significato “immutabile”.
Dal punto di vista psicologico va ricordato che chi riceve queste critiche negative può reagire con rabbia, frustrazione e ribellione, emozioni frutto di un senso di ingiustizia di quanto subito.
Realizzo un quadro della nostra Società, soltanto parlando delle esperienze personali di fantasia (o no?).
Normalmente mi sveglio presto e dopo i miei bicchieri di acqua, a temperatura ambiente anche d’estate, seguo il consiglio della dietologa e prendo uno yogurt. Gli altri nello stesso momento dormono e non si accorgono dell’avvio della mia giornata. Ho l’abitudine di recarmi presto anche a lavoro e giunto sul posto, passo dal bar a prendere un caffè, che a torto o ragione mi darà una spinta energetica, e dare una sbirciata al quotidiano. È a quel punto che si incontrano le prime persone, anche loro al bar per prendere il caffè, che ti elargiscono le prime parole (probabilmente senza avere ancora il cervello collegato). “Non prendere SEMPRE il caffè di prima mattina, fa male!”. Tu sorridi, fingendo di ignorare ciò che stanno facendo loro, chiudi il giornale ed esci a fumare la tua prima sigaretta della giornata. “SEMPRE che fumi” è il secondo commento che senti, finisci la tua sigaretta e vai a lavorare.
Stai spiegando il tiro libero della pallacanestro ai tuoi alunni e dalla palestra passa la collega che si sta avviando verso la biblioteca a procurare un libro per la propria lezione. Incurante del fatto che ha preso la strada più lunga per recarsi alla sua destinazione, ti regala il proprio commento: “SEMPRE che giochi” Dopo aver chiuso la porta della palestra per evitare transiti indesiderati, prosegui con il tuo lavoro e, finalmente alle 11:00 arriva la tua ora libera. Passi dal bar per prendere il tuo cornetto integrale al miele e rigenerare le energie spese e sistematicamente entra chi ti dice: “SEMPRE che mangi”. Vuoi essere cortese e rispondi con una battuta: “C’è chi può e chi non può, io può” (attribuita ad Angelo Massimino, storico presidente del Catania Calcio, ma detta precedentemente da Antonio de Curtis, meglio noto come Totò). Dopo il cornetto ordini il tuo caffè, il secondo della giornata, ed è in quella occasione che senti il commento: “bevi SEMPRE caffè, ma non lo capisci che fa male!”. Immergi il tuo sguardo nella tazza nella quale la bevanda nera è fumante e pensi che anche tu stai fumando per l’innalzamento della temperatura interna. Paghi, esci ed accendi la tua sigaretta, la seconda della giornata, ma ecco che dal nulla emerge un collega che per il tuo bene dice: “Ancora questo vizio, ma non te lo togli MAI?”. Pronta la risposta: “sono una persona tutta d’un pezzo” (una battuta per nascondere i ripensamenti che si hanno ogni qualvolta si accende la sigaretta e si considera a quante volte si pensa di riuscire a trovare la forza di smettere).
Conclusa la giornata di lavoro, si torna a casa, doccia veloce e pasto secondo le indicazioni della “solita” dietologa. Poi un tuffo per riposare un po’, senza caffè e sigaretta perché dopo pasto non mi piacciono molto. Appoggiata la testa sul cuscino, giunge la classica telefonata della collega che ha deciso di fare la scheda di una delle tue classi. “Ma SEMPRE che dormi”, sono le prime parole, seguite da “perché non pensi a lavorare e mi dai i voti della tua materia?”. “Non posso pensare a lavorare quando ho la testa impegnata a mandarti a quel paese” è la risposta dovuta alla disturbatrice pomeridiana. Dopo aver fornito via telematica quanto richiesto (anche se proveniente dalle sue masturbazioni mentali per il puro piacere di farlo e non per generare un prodotto richiesto dalle Istituzioni o dalle esigenze didattiche), per riportare ai livelli normali la pressione, prendi la fotocamera, la pulisci un po’ accarezzandola con il kit Carl Zeiss, e ti avvii ad uscire per fare qualche scatto. Telefoni ad un amico, proponendo una meta, per scattare in compagnia. Metti in moto l’auto e ti rechi a destinazione. “Prendiamo un caffè?” è la proposta che ti arriva sul posto dell’appuntamento. “Volentieri” è la risposta, ci si reca in un bar. Dopo aver sorseggiato la bevanda stimolante, accendi la terza sigaretta della giornata parlando con l’amico. Giunge la telefonata della collega che non ha saputo scaricare il file che le hai mandato, sente i rumori di fondo del bar e subito “Ma sei SEMPRE al bar; immagino che dopo il caffè hai acceso la sigaretta perché il consiglio di smettere tu non lo ascolti MAI”. Involontariamente il pollice cade sul pulsante “off” e la linea cade. Colpa dell’operatore telefonico … andiamo a fotografare.
Finalmente si arriva al posto scelto per qualche scatto. Il tramonto si preannuncia bellissimo; comincia ad arrivare il primo rosso che si rifrange sulle nuvole, belle e gonfie. Sistemata la fotocamera sul treppiede si attende il momento della golden hour. Suona il telefono, non lo prendi, vuoi goderti ed immortalare il momento. Belli gli scatti fatti, li confronti con quelli dell’amico che c’è con te, ma il telefono squilla nuovamente. Rispondi alla solita collega che ti sta frantumando i “gabbasisi” che comincia a parlare subito dopo aver cliccato sul pulsante: “Ma non rispondi MAI, vanifichi il lavoro altrui, tu pensi a divertirti SEMPRE, tra caffè, sigarette e fotografie, non lavori MAI, cerca almeno di aver rispetto per la gente che lavora”.
Non puoi rispondere a quanto esposto dalla collega perché purtroppo questo operatore telefonico è deludente: è caduta nuovamente la linea.
Non vado avanti con questo racconto di “fantasia” perché, come avrete potuto ben comprendere, io sono una persona che non lavora MAI, che prende caffè SEMPRE e che, nonostante i buoni propositi, fuma SEMPRE. Ovviamente visto che mangio SEMPRE e dormo SEMPRE non mi è chiaro di quante ore sia composta la mia giornata. Ops, dimenticavo, non ho studiato MAI, neppure come si legge l’orologio.
A chi si è divertito leggendo questo post mi permetto di ricordare che la lingua italiana è bella e permette tantissime definizioni, dovremmo utilizzare tutte le parole che ci sono state insegnate con il loro vero significato per evitare di generare una serie di disturbi psicologici sui destinatari di queste critiche ricevute.
La foto a corredo del post è stata scattata dall’amico Fabio Pisciotta (a conferma che fumo sempre).
Qualche riflessione sulla foodphotography
Dal venerdì sera alla domenica sui social spuntano numerose foto di piatti pieni di ricchi alimenti e intorno alla pietanza fotografata si intravedono tovaglie, fazzoletti e boccali di birra. Questa “moda” spesso mortifica la fotografia e il ristoratore e, sempre più spesso, si notano all’ingresso cartelli di ammonizione con la dicitura: “vietato postare sui social i nostri piatti”.
Qualche psicanalista sostiene che ricorrere alle foto per ricordare un pranzo è un po’ una degenerazione figlia della necessità di apparire, di certificare un momento e del culto dell’immagine.
In realtà la fotografia gastronomica è un piacevole campo nel quale viene evidenziato il duplice lavoro di due “artisti”: lo chef ed il fotografo.
Essendo parte della fotografia still-life, la foodphotography crea interesse per gli alimenti attraverso l’impatto visivo. Molti chef famosi hanno un fotografo che lavora a tempo pieno il quale, con la propria professionalità, propone immagini pensate e studiate nei particolari, a volte ricche di prodotti non commestibili che servono a migliorare l’aspetto del piatto fotografato.
Credo che guardare dal suo sito gli scatti di Jean-Philippe Baudey possa arricchirci di conoscenza e leggere i suoi consigli su Photo Professional n° 122 di gennaio 2020 sia importante per avere le idee più chiare sulla foodphotography.
La foto a corredo del post è stata fatta da me per diletto con la Nikon D5500 (così potete vedere le briciole che non dovrebbero apparire in uno scatto professionale e … non solo quelle …).