Dagli “Schiddaroli” ai “Caroffureddi”

Qualche anno fa, in giro tra i peloritani con gli alunni ed un esperto naturalista, abbiamo individuato nella valle del Camaro, nota anche con il nome latino ” ruris Camarionrum “, uno dei 48 casali che circondano la città di Messina, abbiamo visto un arbusto appartenente alla famiglia delle Ericaceae (la stessa del mirtillo) diffuso nei paesi del Mediterraneo che cresce da quote bassissime fino agli 800 metri.
L’esperto ha indicato la pianta, denominandola “ Corbezzolo ”, ed ha indicato, oltre alle caratteristiche, anche le numerose proprietà terapeutiche (è astringente, antidiarroico, antinfiammatorio, antispasmodico e diuretico e antisettico delle vie urinarie).
I miei alunni hanno seguito con stupore ed interesse, maggiore quando io ho pronunciato il nome in siciliano “ ‘mbriacheddi ” (non raffigurato nel post).
Questo è il motivo del mio post, parla brevemente dei termini siciliani che ormai stanno in piedi sparendo (o sono spariti) dal nostro linguaggio.
Parecchi giovani, infatti, non conoscono il dialetto e si limitano a parlare un italiano rozzo, usato sovente per insultare e per volgarità. Molti giovani infatti, affermano i piccoli parlanovano del dialetto critiche rimproverati dai genitori, i miei davano come motivazione per il loro richiamo il pessimo concetto che si ha dei dialettofoni. Così capita che un dialetto “muoia” facendo perdere le radici dei termini.
Spesso il dialetto vero lo parla meglio gli emigrati del primo dopo guerra ed i loro figli hanno imparato e trasmesso il dialetto senza alcuna influenza esterna. Mi è capitato, infatti, di apprendere da americani, canadesi, francesi di origine siciliana un dialetto assoluto ricco di parole antiche e piacevoli all’ascolto.
Non è mia competenza trattare l’argomento, però ho sentito l’esigenza di scrivere questo breve post in quanto colto da un dubbio ho chiesto alla mia anziana zia che mi ha fornito risposte ben distanti da ciò che desideravo, segno che la sua età non i membri di ricordare termini che devono essere collegati alla sua gioventù.
La discussione è nata con gli “ Schiddaroli ca panna“(Frutti che in base alla provenienza nomi diversi anche se non è facile trovarli in tutta la nostra regione, uno rappresentato nella foto scattata con il cellulare Xiaomi) frutti che posseggono una grande azione antivirale e antibatterica, purificano il corpo dalle tossine e sottili Il Colesterolo cattivo e Hanno Proprietà energetiche e tonificanti dell’organismo. Sono un po ‘piu piccole delle prugne comuni, ma also Loro appartengono alla famiglia delle Rosacee e Sono molto Simili al ” Prunu ri Murriali ” diffuso Tra Altofonte e Monreale (PA).

I “ Caroffureddi ” (rappresentata nella foto sopra scattata con il cellulare Xiaomi), altri frutti dimenticati dalla zia, sono di dimensioni medio-piccole; la buccia è con una colorazione della faccia esposta al sole di colore rosso su fondo verde-giallino, mentre la polpa color crema, granulosa, mediamente croccante, poco succosa e zuccherina. . Le pere ” Caroffureddi “, sono pure note con in nome di ” Facci Bedda ” fa parte del gruppo delle perine dell’Etna, in particolare nel territorio del comune di Bronte (CT), ed anche sulla nostra area collinare tirrenica. Difficilmente reperibili nei mercati, piccole, ma deliziose.

Pubblicato il luglio 31, 2020, in riflessioni con tag , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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