Archivio mensile:febbraio 2022

4 zaini VEO Active per scatti outdoor

Anche se il video condiviso nel post è di ottobre 2021, sarà disponibile dall’inizio di marzo 2022 la serie VEO Active che comprende quattro taglie per offrire a tutti una buona opportunità di giungere ben equipaggiati agli scatti outdoor.
Il telaio è in lega di alluminio per migliorare il livello di protezione del kit trasportato e irrigidire la parte posteriore dello zaino che include imbottitura per la parte bassa della schiena e le spalle e un sistema di flusso d’aria per rimanere freschi.
La serie Active di Vanguard incorpora una porta di interfaccia USB integrata che permette di riporre il power bank in modo sicuro nello zaino e di collegarlo al tuo dispositivo con gli appositi cavi che però (non sono inclusi).

Pensiamo positivo

Da pensionato ho un tempo maggiore per leggere; certo non leggo di più, ma posso farlo con maggiore piacere ed attenzione.
Ieri ho letto con piacere sul “Corriere della sera” l’articolo di Andrea Segré “Sul cibo sprecato, italiani virtuosi …” (ieri in edicola).
In questo periodo in cui le notizie sulla pandemia si alternano e le persone continuano a lamentare l’impossibilità di socializzare, si rischia di rimanere schiacciati tra ciò che si legge (e qui dovremmo chiederci se i lettori prestano attenzione a quello che leggono) ed i timori personali.
Sono certo che se fossi rimasto in servizio avrei sicuramente parlato di questa novità introdotta dalla pandemia che ci ha spinti ad una maggiore attenzione agli sprechi alimentari ed alla rivalutazione del tempo impiegato in cucina.
Rivalutare la riduzione di spreco di alimenti che originano costi economici e problemi ambientali è un argomento al quale saremmo dovuti giungere prima della pandemia, così come la maggiore attenzione ai prodotti stagionali a Km zero che stavano per essere banditi dalla nostra alimentazione e ci stavano allontanando dalla nostra cultura e dalla tradizione enogastronomica delle nostre terre.
Anche se è difficile rinunciare alla socializzazione (ma esistono strumenti con il telefono che ci mettono in contatto con il mondo intero), proviamo a pensare positivo ed a coltivare ciò che di buono siamo stati spinti a fare.

La socializzazione difficile

Ho letto nei giorni scorsi un articolo del “The Wall Street Journal” a firma di Julie Jargon dal quale emerge che “dopo l’isolamento pandemico, le teste rimangono bloccate nei telefoni, spingendo gli sforzi per alimentare la conversazione”.
Gli Docenti universitari sono preoccupati da questa condizione e provano a facilitare la conversazione nelle loro aule in quanto ritengono che gli studenti rischiano di non essere preparati per entrare nel mondo del lavoro.
L’articolo, a mio parere, ha trattato uno dei problemi della nostra Società in questo momento storico che la pandemia ha accentuato.
Già a settembre del 2019, prima della pandemia, scrivevo in un post di aver notato quattro ragazzi seduti sul muretto con la loro birra accanto tenevano in mano il cellulare. In un fine pomeriggio estivo due ascoltavano musica (ognuno un brano diverso) e due chattavano; nessuno di loro stava con lo sguardo sul tramonto o dialogava con i presenti e l’unica gestualità che ho potuto apprezzare è stata la mano che si tendeva a prendere la bottiglia di birra dal muretto.
Certo la pandemia prolungata ha accentuato le interazioni online, ma ritengo che sia da un poco che per i ragazzi è più difficile avviare conversazioni e fare amicizia.
Impressionante quanto riferito dalla giornalista del quotato giornale statunitense che scrive dell’intervista fatta da ricercatori di tre università a quasi 33000 allievi dei college nella quale si evidenzia che due terzi di questi ragazzi stavano lottando con solitudine.
Anche su “Panorama” ho letto il reportage a firma di Terry Marocco (“La generazione tradita”) del crescente disagio vissuto dai giovani.
Credo che ciò che i giovani stanno provando in più parti del mondo meriti una maggiore attenzione e progetti mirati per evitare che questi problemi sfocino in seri disturbi mentali (anche se l’ultimo rapporto UNICEF afferma che un adolescente su sette già ci convive).

POST CORRELATI

BeaverLAB, un microscopio facile da usare

È la mia curiosità che mi ha fatto approdare a questo strumento, mentre il mio amore per le scienze e per la natura mi sta spingendo a comprarlo.
BeaverLAB è un microscopio 800x rivolto ai bambini ed ai “diversamente giovani” come me.
È facilmente utilizzabile ed è perfetto per introdurre al mondo della scienza; dispone di una fotocamera HD in grado di fornire immagini ad altissima definizione con una varietà di ingrandimenti diversi.
L’obiettivo ultra-definito, attraverso la connessione WiFi, permette di ottenere una qualità dell’immagine ad alta definizione che può essere vista con cellulare, computer ed altro.
Il microscopio Beaver Point consente di coltivare la buona abitudine dei bambini all’osservazione pratica attraverso l’insegnamento esperienziale.
Se la campagna di BeaverLAB raggiungerà con successo l’obiettivo di impegno richiesto e la produzione procederà senza intoppi, la spedizione in tutto il mondo dovrebbe avvenire intorno ad aprile 2022.
Il prezzo varierà dai $59 alle £45 a seconda del cambio.

c’t Photography, una delle riviste fotografiche a più alta diffusione in Germania

c’t Photography pubblica ogni due mesi ed è una delle riviste fotografiche a più alta diffusione in Germania. Con workshop dettagliati che mostrano passo dopo passo la strada per l’immagine perfetta.
Quasi ogni numero contiene report su accessori fotografici, inclusi flash, treppiedi, attrezzature da studio, borse fotografiche e zaini.
c’t Photography è rivolto ai dilettanti che sono entusiasti della fotografia, nonché ai fotografi professionisti che desiderano essere pienamente informati e ispirati da una varietà di argomenti.
A corredo del post l’immagine dell’interno di un numero del 2010 con la copertina dell’ultimo numero.

Povertà o cleptomania

Signore, faccia attenzione, sta prendendo per errore un acquisto di un altro cliente” disse la cassiera, guardando l’anziano acquirente.
Sa a volte mi confondo” ebbe come risposta dall’uomo che prese gli occhiali per pulirli.
Signore, quel prodotto non è suo” bacchettò l’impiegata rivolgendosi allo stesso consumatore .
Sa pensavo l’avesse acquistato mi moglie, io dò soltanto un aiuto a riempire il carrello” rispose quasi mortificato l’uomo.
Riempito il carrello l’uomo si attardò all’uscita controllando a meno di un palmo dal naso lo scontrino fiscale.
Pagata la mia spesa anch’io mi recai fuori a sistemarla nel cofano dell’auto; per farlo presi le buste e cominciai a suddividere i prodotti acquistati.
L’uomo avanti negli anni si fermò accanto ai miei pacchi per allacciarsi le scarpe, lo fece ed andò lentamente via.
Giunto a casa mi preoccupai di mettere a posto gli acquisti e fu li che mi accorsi che ne mancava uno. Il vecchio signore non aveva mollato l’osso.
È chiaro che in un periodo in cui il caro-vita sta piegando tante persone, ho pensato che il vecchietto poteva averne bisogno.
Ma ne aveva bisogno veramente o si trattava soltanto di cleptomania?
La cleptomania è caratterizzata dall’impulso a rubare e dall’incapacità di fermarsi, che può essere impulsiva. Le persone con questa malattia sperimentano pensieri e impulsi invadenti associati al taccheggio. Gli oggetti che rubano sono in genere non necessari e vengono accumulati o buttati dopo esserne entrati in possesso. Purtroppo chi viene “alleggerito” se ne rende conto soltanto a casa quando non trova più quanto acquistato anche se il prezzo se lo ritrova nello scontrino.
Non saprò mai se quella mostrata dal “vecchietto” è povertà o cleptomania; mi auguro soltanto che il piccolo prodotto sottratto gli possa tornare utile e che non venga assalito dal rimorso.

Le arti sono essenziali per la nostra capacità di guarire e prosperare

Artisti di tutte le culture hanno da tempo riconosciuto ciò che la ricerca scientifica solo di recente è stata in grado di confermare: le arti sono essenziali per la nostra capacità di guarire e prosperare.
Il campo emergente delle neuroarti studia come le arti e le esperienze estetiche cambiano il cervello, il corpo e il comportamento e come questa conoscenza può essere utilizzata per migliorare la salute e il benessere degli individui e delle comunità in tutto il mondo.
Nel 2019, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha compilato più di 3.000 pubblicazioni scientifiche che hanno documentato il ruolo delle arti nel miglioramento della salute fisica e mentale, nella prevenzione e nella gestione delle malattie e nella promozione del benessere che si estende per tutta la vita.
Negli ultimi due anni, l’iniziativa NeuroArts Blueprint ha guidato gli sforzi per combinare le varie discipline con un interesse nelle neuroarti in una comunità collaborativa per far avanzare il campo.

Non confondiamo felicità con benessere

Nel mio ultimo post di riflessioni (che sono diventati più frequenti di quelli sulla didattica) ho scritto che, secondo il mio parere, in tanti ritengono che con i soldi si possa comprare la felicità.
Questo perché tanti credono che possa essere uno stato esistenziale costante, una sensazione continua di appagamento. In realtà quasi tutti cercano una formula per il “vivere bene”, quindi benessere il quale, in base a quanto espresso dall’OMS, è definito come uno stato di totale salute fisica, mentale e sociale e non semplicemente assenza di malattie o infermità.
Concentrandoci sul benessere va detto che: non dipende dall’umore, non dipende dalle circostanze e non è una soluzione rapida.
Ritengo che ognuno di noi per trovarlo debba prima fare un elenco delle cose che ce lo danno e gli stati mentali che ci aiutano a coltivarlo affinché ci si possa concentrare su questi.

POST CORRELATI

Glencoe, un pardiso da ammirare e fotografare

Jeremy Walker, pluripremiato fotografo di paesaggi, condivide su “Amateur Photographer” i suoi quattro principali motivi per visitare Glencoe, una splendida area della Scozia.
La valle di Glencoe si estende da Rannoch Moor a Loch Leven e offre una varietà di spettacolari paesaggi montani e splendidi laghi: un luogo perfetto per la fotografia di paesaggi.
Famosa per i suoi laghi e piccoli affioramenti di pietra è il paradiso dei fotografi. Ottimo per scattare sia all’alba che al tramonto, c’è il potenziale per vasti paesaggi drammatici o scatti dettagliati ravvicinati.
Questi i motivi che ritengono Glencoe una delle località più spettacolari del Regno Unito.
A corredo del mio post uno scatto inedito di Francesco Tracuzzi.

“Omaggio a Sant’Agata”

Catania è legata alla sua Patrona in un binomio indissolubile che è andato consolidandosi sempre più nella memoria collettiva.
Oggi il quotidiano della Città etnea ha presentato un bell’inserto dedicato alla Patrona; io ho pensato di pubblicare questa foto “Omaggio a Sant’Agata” per ricordare un personale momento di devozione.