Archivio mensile:marzo 2022

Lens Magazine, un numero favoloso

Un meraviglioso numero sulle donne il numero 90 di “Lens”, fine art photography magazine. Nelle 210 pagine ricche di contenuti trovano spazio la bellezza Ucraina, le donne e il potere di perseveranza, i diritti delle donne in Afghanistan e quelli delle donne in Siria.
Insomma la consueta bontà del magazine e l’eleganza grafica che rende soddisfatti i 50mila lettori mensili ed arricchisce università e biblioteche accademiche di tutto il mondo.

Forse basta solo un telefonino

La scorsa settimana nel seguire un webcast ho ascoltato la conversazione sulle mirrorless che sostituiranno le DSLR.
In realtà alcune case produttrici hanno interrotto o annunciato di interrompere l’incremento di nuovi corpi DSLR e molte di loro hanno avviato il lancio di mirrorless con prestazioni sempre migliori.
Personalmente in passato ho iniziato ad utilizzare la prima digitale sul mercato soltanto per le foto fatte per lavoro, necessarie nel minor tempo possibile, e ho continuato ad utilizzare la vecchia analogica per i momenti familiari o per i viaggi fatti.
Credo non ci sia fretta di allarmarsi in quanto, a mio parere, le DSLR continueranno ad essere presenti e farsi valere per un po’ di tempo.
Credo che la domanda che dovremo porci è “A cosa mi servono gli scatti che faccio?
In tanti, infatti, li utilizzano soltanto per postarle sui social e sinceramente per quello credo sia sufficiente un telefonino.

Pensiero critico per limitare le fake news

Nel finire dei miei anni di insegnamento, soprattutto da quando sono stato referente del “Progetto ComunicAzione” nella scuola dove prestavo servizio, mi sono occupato delle fake news, però in questo periodo in cui buona parte dell’attenzione è rivolta al conflitto in atto, credo sia importante per molti insegnanti trattare l’argomento.
Le “fake news”, infatti, si attecchiscono in questi momenti (già nella pandemia hanno creato il caos) creando disinformazione, propaganda e oscuramento delle notizie vere.
Ormai si deve essere coscienti che mistificando la realtà possono manovrare o influenzare chi è a tanti kilometri dai fatti in corso.
È importante stimolare il pensiero critico per limitare l’influenza di quegli atti o condotte messi in atto al fine di trasformare, nella direzione voluta, il comportamento, le opinioni, le emozioni e le percezioni di coloro che, dopo aver consultato una pagina internet, si possono ritenere depositari della conoscenza e della verità.

Meditazione sulla Passione di Gesù Cristo

Il 2 aprile 2022, presso la Chiesa Parrocchiale di San Nicolò a Zafferia (Messina), si svolgerà una meditazione sulla Passione di Gesù Cristo sul tema: ”Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (N Galati 2,20).
Il momento sarà animato dalla signora Ruggeri Marinella, dottore neurologo, e dal signor Di Natale Gianfranco.

I social rimangono comunque utili

L’utilizzo di social media è aumentato in maniera esponenziale nel biennio di pandemia con diverse ricadute sulla salute mentale (ho trattato l’argomento nel post “Social, non perdiamo il contatto con la vita reale” dello scoro luglio), ma rimangono comunque utili.
Usare un social network permette di soddisfare delle esigenze: ridurre le distanze, condividere esperienze o abilità e avere opportunità lavorative.
Il loro uso consapevole, quindi, può darci molto, dobbiamo soltanto stare attenti ad utilizzarli con criterio senza cadere negli “inganni” di coloro che ne fanno un uso con altri fini.
Personalmente sono presente su molti social, ma il mio uso è limitato soprattutto da quando non mi servono dal punto di vista professionale.
Mi avvio a farne un breve ma dettagliato elenco fornendo il link di quelli maggiormente utilizzati.
WordPress: lo utilizzo quasi quotidianamente per condividere alcune informazioni sui miei interessi, spaziando tra vecchie attività professionali ed hobbies.
Facebook: lo utilizzo per condividere alcuni dei miei scatti fotografici fatti per hobby, aperto a chi mi vuole seguire.
Instagram: utilizzato in maniera meno frequente di facebook e limitato alle persone che conosco direttamente. Pubblico alcuni scatti diversi da quelli inseriti nella mia pagina facebook.
Twitter: Lo utilizzo poco da quando ho smesso di svolgere attività professionali
Youtube: ci sono, ma con una presenza molto limitata
Snapchat: assente
Whatsapp: utilizzato poco, con accessi limitati nel tempo
TikTok: assente
Telegram: un accesso quotidiano per le novità nei gruppi che seguo.
500px:lo utilizzo per condividere alcuni dei miei scatti e per ammirare quelli degli altri; un collegamento la settimana è sufficiente.
L’utilizzo dei social nella loro somma non supera i sessanta minuti giornalieri; un tempo sufficiente per le mie rapide apparizioni.

Fermare il tempo

Oggi su “Il Manifesto” una intervista a Paolo Pisanelli di Sarah-Hélèna Van Put che racconta come in un istante il mondo si ferma catturato dall’obbiettivo di una macchina fotografica, il viaggio straordinario di Cecilia Mangini in cui scorrono le fasi e le esperienze fondamentali della sua formazione, nelle quali immagini del passato e del presente si fondono riconsegnando una testimonianza straordinaria sulla funzione della pittura, della fotografia e delle immagini in movimento.
Da non perdere.

La nostalgia è in aumento

Il New York Times poco tempo fa ha esposto (in uno dei primi numeri di gennaio 2022 la cui prima pagina è raffigurata in piccolo) che la vecchia tecnologia sta vendendo con un ritmo in forte aumento.
Il perché di tutta questa nostalgia è stato pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology ed è emerso che la nostalgia è un modo per affrontare l’angoscia del presente legata alla pandemia ed a ciò che sta accadendo nel mondo.
Dallo studio è emerso anche che le persone si sentono più sole e isolate ed è semplice comprendere perché è confortante sottrarsi al presente.
Ovviamente in questa forma di evasione vengono dimenticati molti elementi toccanti del nostro recente passato.
Il mio pensiero mi porta a concludere che sarebbe meglio che ci unissimo per superare queste difficoltà e creare un futuro migliore.

Si fallisce per procrastinazione

Per percorrere la strada verso la serenità è indispensabile confrontarsi con le abitudini acquisite.
Uno dei freni è costituito dalla procrastinazione, ne ho parlato nel mio post di ottobre dello scorso anno “Tranquillo, lo fai domani”.
La procrastinazione è l’azione di ritardare o posticipare inutilmente e volontariamente qualcosa pur sapendo che ci saranno conseguenze negative per farlo. Questa indicazione ci permette di comprendere che sta insorgendo una cattiva gestione del tempo, a volte causata da altre difficoltà.
Il malessere va affrontato in maniera diretta per trovare delle soluzioni, senza percorrere la strada che ne provocherà altre.
La prima cosa da tenere in considerazione per intraprendere o proseguire la strada per la serenità è imparare a dire no. I media, i nostri telefoni, un collega di lavoro possono rubarci il tempo durante la giornata, quindi è importante rifiutare alcune di queste “distrazioni” ricordando che se non si pianifica il proprio tempo, lo farà qualcun altro mettendo al primo posto i suoi personali interessi.
Se impieghiamo tempo per dedicarlo a chi o cosa ci distrae, ci ritroveremo con cose da fare e mancanza di motivazione. Da qui l’avvio della procrastinazione che ci spinge a fare cose inutili per domare quella confusione causata dai precedenti agenti di distrazione.
Quando permettiamo a qualcuno di prendere il nostro tempo e la nostra attenzione, stiamo pagando con una risorsa non rimborsabile e non rinnovabile: il tempo.

POST CORRELATI

Pronti per il metaverso?

Il “metaverso” è il termine che si sta ascoltando con maggiore frequenza da quando Mark Zuckerberg ha espresso il desiderio di costruirlo.
Per chi ha qualche anno in più (diversamente giovane come me e con la passione, tra le altre, per la lettura della fantascienza) questo termine non è nuovo.
All’inizio degli anni ottanta si cominciano ad avere le prime intuizioni con la pubblicazione del romanzo “True Names”, ma cominciammo a parlarne l’anno dopo (se la memoria non mi inganna) con “Tron”, il primo film di fantascienza a focalizzarsi sulla realtà virtuale.
Per la fine degli anni ottanta si cominciò a giocare a “Sim City” e poi ad “Active Worlds“. Con “Second Life“, nel 2003, si è stati attratti dal progetto di vivere in un mondo virtuale nel quale le persone potevano immergersi, interagire, giocare, condurre affari e molto altro.
Evidentemente i tempi non erano ancora maturi per coinvolgere un alto numero di “partecipanti” nonostante anche il successo di “Matrix” (mi auguro lo ricordiate tutti) il film che ha avuto numerosi riconoscimenti tra cui quattro oscar.
Adesso che in tanti trascorrono la maggior parte della vita negli spazi digitali e gli adolescenti in buona parte del mondo occidentale su “Roblox” (l’immagine a corredo del post si riferisce alla buona qualità delle animazioni facciali per avatar utilizzate su questa piattaforma) si torna a parlare del metaverso, quel “luogo” parallelo al mondo fisico nel quale ritrovarsi con gli amici (e la pandemia ha fornito il suo contributo).
Adesso in tanti tra quelli che hanno cominciato a “zappettare” sulla tastiera nel primo lookdown elogiano il metaverso ed i suoi benefici senza curarsi di hacking , cyberbullismo e ricadute sulla salute mentale.
Dalla mia piccola esperienza mi posso augurare che qualcuno ci pensi al rovescio della medaglia e che si curi di ricordare che “non siamo tutti uguali” ed il disonesto è dietro l’angolo ad aspettarci.

Il piacere di scoprire la natura

C’è chi ha utilizzato il lungo periodo della pandemia per stare a contatto con la natura in sicurezza.
È stato piacevole leggere il dossier di otto pagine pubblicato sul Focus Junior n°219 di questo ragazzino amante della natura che con il supporto del padre e della sorella ha scoperto questa bella attività all’aria aperta che ha potuto raccontare attraverso il suo canale Youtube.
Suggerisco una visita ai visitatori del mio blog; personalmente mi sono iscritto a questo canale che seguirò con molto piacere.