Archivi categoria: fotografia
Al via “E…state con LUTE”

È partito oggi il progetto “E…state con LUTE” riservato a coloro che hanno partecipato al corso in presenza della LUTE Messina.
Il primo episodio dei podcast dal titolo “Introduzione alla fotografia consapevole” è un richiamo di 7 minuti circa dell’incontro svolto a novembre del 2022 presso l’Istituto Superiore “Verona-Trento” di Messina.
A corredo del post l’immagine del podcast.
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“The Rite of Spring”

L’arte possiede una capacità intrinseca di ispirare e trascendere i confini. Attraverso il mio viaggio fotografico immaginario, “The Rite of Spring” rivela i suoi intricati strati di emozione, energia e profondo simbolismo.
Dall’estasi euforica dei ballerini alla connessione primordiale con la natura che, da disteso su un manto erboso, ha liberato il mio desiderio di fotografare ed interagire con la personale interpretazione dell’opera di Stravinskij della quale ricorre oggi il 110° anniversario della prima tenuta al Théâtre des Champs-Élysées di Parigi.
Concluso “Il ben … essere del fotografo”

Si è concluso ieri con brindisi e pasticcini il primo corso su “Il ben … essere del fotografo” organizzato dalla LUTE Messina.
Dalla prossima settimana prenderà il via il progetto “E…state con LUTE”, riservato ai corsisti che ieri hanno concluso l’anno accademico.
Il progetto, svolto interamente online sul canale Telegram, consiste in qualche approfondimento degli argomenti svolti, confronto fotografico tra i partecipanti e piccoli podcast in linea con le linee guida dell’Auser Cultura.
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Il “nulla” avanza

La fotografia è un’arte che ha il potere di catturare momenti unici e di esprimere la creatività individuale. Eppure, negli ultimi tempi, siamo stati testimoni di una tendenza preoccupante: la ripetizione di temi, stili e composizioni nelle fotografie contemporanee.
Insomma da ciò che sto osservando questo fenomeno ha portato a un calo della creatività ed a uno sviluppo di monotonia che limita la diversità e l’originalità nell’ambito fotografico.
Mi sembra di rivivere le scene del film del 1984 “The NeverEnding Story” che, quasi quarant’anni fa, ci metteva in guardia dalla progressiva scomparsa della fantasia e della creatività, due caratteristiche di notevole importanza nell’essere umano.
“La storia infinita” (titolo in italiano) ci invitava a riflettere sulla necessità di coltivare la fantasia, l’impegno personale e il coraggio per affrontare le sfide della vita.
Attraverso l’avventura di Bastian, il film ci rammentava che i nostri sogni e la nostra determinazione possono trasformare il mondo intorno a noi, incoraggiandoci a creare la nostra storia e a dare un significato profondo alle nostre vite.
Queste riflessioni mi hanno spinto a realizzare “Il nulla” affinché chi legge il post o guarda la mia pagina social possa meditare su ciò che ritengo un problema.
Il dadaismo in fotografia

Il Dadaismo è stato un movimento artistico e culturale che si sviluppò in Europa, soprattutto in Germania e in Svizzera, durante la prima guerra mondiale e fino ai primi anni ’20 del Novecento. Il nome “Dada” è una parola che non ha un significato preciso, ma è stata scelta per il suono onomatopeico e per il suo carattere irrazionale e infantile.
Il Dadaismo si caratterizzò per la sua totale opposizione a ogni forma di arte e cultura precedente, rifiutando le convenzioni estetiche e culturali del passato e ponendo l’accento sulla sperimentazione, sull’assurdo e sulla provocazione. I dadaisti si espressoro attraverso diversi mezzi artistici, tra cui la poesia, la pittura, la fotografia, il teatro e la performance.
In fotografia, il dadaismo ha utilizzato tecniche di sperimentazione e di sovversione dei canoni estetici tradizionali. I dadaisti si servirono della fotografia per creare immagini che sfidassero i limiti dell’estetica e delle regole di rappresentazione, attraverso l’uso di tecniche come la sovrapposizione di immagini, la riproduzione di fotografie in scala diversa, l’utilizzo di tecniche di collage e di fotomontaggio.
Un esempio di fotografo dadaista è Man Ray, che utilizzò la fotografia come mezzo per creare immagini surreali e visionarie, spesso attraverso l’uso di tecniche di sovrapposizione e di fotomontaggio. Altri fotografi dadaisti includono Raoul Hausmann, Hannah Höch e Kurt Schwitters.
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Il poliedrico “Man Ray”

Man Ray è stato un artista, fotografo e regista americano che ha avuto un grande impatto sull’arte del XX secolo. Nato a Filadelfia nel 1890, Ray si trasferì a New York nel 1910 dove incontrò importanti artisti d’avanguardia come Marcel Duchamp, Francis Picabia e Alfred Stieglitz. Insieme a questi artisti, Ray fu un membro attivo del movimento dadaista e surrealista.
Man Ray è considerato uno dei pionieri della fotografia d’avanguardia. Influenzato dalle teorie di Duchamp sulla “fotografia indifferente”, Ray creò opere fotografiche in cui la macchina fotografica era usata come strumento per creare immagini piuttosto che per riprodurre la realtà. Utilizzando tecniche come il fotomontaggio, la sovraimpressione e l’uso di oggetti e forme astratte, Ray creò immagini surreali e provocatorie che sfidavano le convenzioni artistiche del tempo.
Uno dei lavori più noti di Ray è “Oggetto Indistruttibile” del 1923, una scultura composta da una luce e un ferro da stiro. L’opera è diventata un’icona del movimento surrealista e rappresenta la fusione tra fotografia e scultura.
Ray ha anche sperimentato con la fotografia di moda, realizzando immagini per importanti riviste come Vogue e Vanity Fair. Le sue immagini di moda erano spesso caratterizzate da giochi di luci e ombre, prospettive insolite e composizioni audaci.
Nel 1921 Ray si trasferì a Parigi dove continuò a sviluppare la sua carriera artistica. Durante il periodo parigino, Ray collaborò con importanti artisti come Picasso, Miró e Dalì, e creò opere fotografiche e pittoriche che esploravano la forma, la luce e l’immaginazione.
Inoltre, Ray fu un importante innovatore nel campo della fotografia sperimentale, utilizzando tecniche come la solarizzazione, che inverteva i toni dell’immagine, e il rayogramma, una tecnica che consisteva nell’esposizione diretta di oggetti sulla carta fotografica.
In sintesi, Man Ray è stato un artista eclettico e innovativo che ha lasciato un’impronta indelebile sull’arte e sulla fotografia del XX secolo. La sua capacità di sperimentare con diverse tecniche e di combinare forme e media diversi ha influenzato molte generazioni di artisti successivi.
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L’astrattismo in fotografia

L’astrattismo in arte e fotografia è un movimento che si concentra sull’utilizzo di forme, colori e linee per creare opere che non rappresentano oggetti riconoscibili o reali. Questo stile è spesso associato all’arte moderna e contemporanea, ed è nato come una reazione alla tradizionale rappresentazione figurativa.
Nella fotografia, l’astrattismo può essere ottenuto attraverso l’utilizzo di tecniche come la lunga esposizione, il movimento della fotocamera o l’uso di filtri. Invece di cercare di catturare oggetti o persone in modo realistico, il fotografo può concentrarsi sull’uso di forme e colori per creare immagini suggestive o evocative.
Un esempio famoso di fotografia astratta è il lavoro di Man Ray, un artista surrealista che ha utilizzato tecniche come la sovraesposizione, la sfocatura e l’effetto “rayograph” (in cui gli oggetti vengono posizionati direttamente sulla carta fotografica senza l’uso di una macchina fotografica) per creare immagini intriganti e surreali.
In generale, l’astrattismo può essere visto come un modo per l’artista o il fotografo di esprimere emozioni, sensazioni o idee senza la necessità di rappresentare il mondo in modo realistico o letterale. Ciò può dare al pubblico la possibilità di esplorare e interpretare le immagini in modo più personale e soggettivo.
“Fine Art” di Sebastiano Occhino, una mostra da vedere

Sono stato ieri a vedere la mostra “Fine Art” di Sebastiano Occhino ospitata presso la galleria “Spazio Quattro” in via Ghibellina 120 a Messina.
L’Architetto peloritano ha esposto delle opere dal linguaggio fortemente contaminato dalla sua formazione artistica.
Il suo percorso fotografico comincia nella seconda metà degli anni settanta con una spinta ad esplorare le possibilità espressive di questo fantastico linguaggio.
Ho osservato con molta attenzione gli elementi che l’artista ha scelto di includere nelle varie composizioni e ho colto con emozione gli elementi che mi hanno suscitato impressioni su come elementi facilmente individuabili nella vita quotidiana possono rappresentare attrazione e curiosità grazie alla collocazione scelta da Occhino ed ai sui ritocchi di post produzione.
La ricerca artistica dell’autore delle opere esalta la produzione di immagini in tecnica “Fine Art”.
Tra le opere esposte sono presenti le due premiate al concorso internazionale “Fine Art Photography Awards”.
La mostra, che si concluderà giovedì 18 maggio, potrà essere visitata, dal lunedì al sabato dalle ore 17:00 alle 20:00 e domenica dalle 10:30 alle 12:30.
Staccarsi dal cordone ombellicale

La fotografia è un’arte che richiede tempo e impegno per poter essere padroneggiata al meglio. Come ogni forma d’arte, i fotografi si ispirano ai loro predecessori e alle opere che hanno segnato la storia della fotografia. Tuttavia, arriva un momento in cui ogni fotografo deve trovare la propria voce e staccarsi dal cordone ombelicale dei suoi maestri.
I maestri della fotografia sono figure importanti che hanno influenzato e ispirato numerosi fotografi. Essi rappresentano un punto di riferimento per chiunque desideri intraprendere questo percorso artistico. Studiare le loro opere, analizzarne la tecnica e comprendere il loro punto di vista è essenziale per diventare un fotografo consapevole e competente.
Tuttavia, è importante sottolineare che ogni fotografo deve trovare la propria strada. Questo significa che, nonostante la grande influenza dei maestri, ogni fotografo deve sviluppare un proprio stile e linguaggio visivo. Questo passaggio è fondamentale per creare opere autentiche e personali che riflettano la propria visione del mondo.
Il processo di trovare la propria voce può richiedere molto tempo e sforzo. A volte può essere difficile staccarsi dalle influenze dei propri maestri e trovare una propria via artistica. Tuttavia, il raggiungimento di questo obiettivo è essenziale per diventare un fotografo completo e realizzare opere di grande impatto e originalità.
In definitiva, la fotografia è un’arte che richiede costante impegno, studio e ricerca. Gli artisti devono ispirarsi ai maestri della fotografia, ma allo stesso tempo devono trovare il coraggio di staccarsi dal cordone ombelicale e sviluppare una propria voce unica. Solo così possono creare opere che riflettano la loro personalità e il loro punto di vista, e contribuire alla continua evoluzione dell’arte fotografica.
L’autovalutazione è necessaria

Credo che ognuno di noi periodicamente debba valutarsi per comprendere la propria crescita e migliorare il proprio operato.
Valutarsi permette di identificare le aree in cui si può migliorare e gli interventi da praticare per farlo, oltre che sviluppare un maggiore senso critico e prendere decisioni più consapevoli.
Con questa idea ho creato nel dicembre del 2015 la pagina che raccoglie i miei scatti (che non pubblico interamente).
Osservando attraverso la pagina e le date di pubblicazione i miei scatti posso comprendere la mia tecnica fotografica nei vari periodi e la crescita ottenuta.
Se fossi stato un professionista avrei dovuto pubblicare soltanto scatti utili a mettere in luce i miei punti di forza; praticando la fotografia come hobby, il numero di scatti, invece, individua le mie preferenze.
Da questo la presenza, alla data odierna, di 449 elementi di paesaggistica, uniti ai 231 di fauna e 130 di flora, mette in evidenza il mio amore per la natura.
Sulla base degli scambi di opinione con i miei numerosi amici ho pure sperimentato nuove tecniche, ma è stata la lettura di testi e di immagini che ha influito notevolmente sulla mia crescita.
Andando verso la ricerca sto provando nuove tecniche apprendendo da correnti artistiche del passato le loro idee ed i loro fini.
Tutto questo mi appaga e vado sempre alla ricerca della conoscenza senza allontanarmi da ciò che è il mio percorso verso la serenità.
A corredo del post uno dei primi scatti pubblicati sulla pagina.