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Emozioni di colori con l’arte astratta

I colori possono evocare una vasta gamma di emozioni, dalla gioia alla tristezza e tutto il resto. Per secoli, gli artisti hanno usato i colori per trasmettere emozioni nelle loro opere d’arte. Ora, gli scienziati stanno scoprendo che specifici gruppi di colori sono associati a diverse emozioni di base, e non sono solo gli esseri umani a comprendere questi segnali visivi: anche i computer!
Uno studio recente ha rilevato che le persone possono identificare correttamente l’emozione espressa da un’opera d’arte astratta fino all’80% in modo più accurato quando vengono fornite informazioni sul colore rispetto a quando vengono fornite solo informazioni sulla linea. La ricerca suggerisce che il colore gioca un ruolo importante nel trasmettere messaggi emotivi attraverso l’arte.
I ricercatori hanno identificato tre categorie principali per il modo in cui il colore viene utilizzato per esprimere le emozioni: caldo-freddo (ad esempio, rosso vs blu), luminoso-scuro (ad esempio, giallo vs nero) e saturo-insaturo (ad esempio, viola intenso vs lavanda pallido). Ogni categoria ha il proprio insieme di associazioni con determinati sentimenti o sentimenti; ad esempio, i colori caldi come il rosso tendono ad essere collegati all’eccitazione, mentre i blu freddi spesso evocano sentimenti come calma o serenità. Le tonalità luminose come il giallo possono indicare felicità mentre le tonalità scure suggeriscono tristezza o depressione. I toni saturi tipicamente connotano intensità mentre quelli insaturi potrebbero significare neutralità o passività.
Armati di questa conoscenza su come usiamo il colore emotivamente, gli algoritmi informatici possono ora prendere in considerazione sia i dati di linea che quelli di tonalità quando tentano attività come il riconoscimento delle espressioni facciali, un compito precedentemente ritenuto impossibile senza l’input umano! Questo non solo rende il riconoscimento automatico più rapido e accurato, ma significa anche che le macchine possono comprendere meglio la nostra comunicazione non verbale tramite immagini, cosa che è stata difficile fino ad ora, soprattutto perché i computer non hanno lo stesso contesto emotivo che gli umani possiedono naturalmente.
Foto ed emozioni
Credo che una foto debba suscitare emozioni e, comunque, ognuno di noi riversa le proprie nello scatto. Mi piace questa foto che ho realizzato e che sto pubblicando oggi.
In questa vedo la forza degli alberi, i due tronchi (anche se abbattuti ed uno parzialmente bruciato), mostrano la forza della vita, mentre il ramo spinoso in mezzo a loro evidenzia le difficoltà, le invidie che tentano di incunearsi in questa forza.
La chiocciola, piccola vita, con i suoi colori affini al tronco ci spiega che in fondo, grandi o piccoli, possiamo coesistere senza sopraffarci.
Il verde della speranza talvolta e sfocato, ma rimane sempre davanti e con la sua ombra prova ad offrire riparo alla vita bruciata.
Mappe corporee delle emozioni
Un gruppo di ricercatori finlandesi dell’Università di Tampere e della Aalto University sono riusciti a realizzare una mappa delle associazioni fra le parti del corpo e le emozioni collegate.
Lauri Nummenmaa e colleghi hanno preso in esame 701 soggetti ai quali sono stati proposti racconti, filmati, espressioni facciali, parole emotivamente significative, chiedendo loro di indicare su due sagome di un corpo umano quali parti percepivano come più attivate e meno attivate del normale quando veniva loro presentato uno stimolo emotivo.
- Leggi un articolo sull’argomento pubblicato su “Le scienze”
- La pubblicazione dei ricercatori finlandesi
La foto in alto stata tratta dalla pubblicazione dei ricercatori finlandesi
Regolazione delle emozioni
Nelle fasi di studio alcuni argomenti colpiscono maggiormente l’attenzione. Nel proseguire la mia preparazione per gli esami di psicobiologia, ho deciso di pubblicare una porzione di quanto studiato. Ciò che riporto a seguire, quindi, non rappresenta un post a carattere scientifico redatto da un professionista.
Il concetto di regolazione delle emozioni abbraccia diversi campi di studio e ricerca, da quello neurobiologico a quello neurofisiologico, da quello cognitivo comportamentale a quello psicanalitico e psicodinamico.
Le emozioni sono indubbiamente un insieme complesso di processi. Esse sono alla base dei meccanismi interni e interpersonali che creano la nostra esperienza soggettiva, ma l’organizzazione del Sé dipende anche dalla modalità con cui l’emozioni vengono regolate.
Per comprendere lo sviluppo della capacità di regolare le emozioni è necessario prendere in considerazione fattori intrinseci ed estrinseci.
Calkins (1994) ha classificato questi fattori chiarendo che quelli interni comprendono aspetti costituzionali delle strutture neuroregolatrici (come sistemi neuroendocrino, autonomo o del lobo frontale), tratti comportamentali (fra cui capacità di attenzione, adattabilità, reattività, socievolezza) e componenti cognitivi (come processi di riferimento sociale, convinzioni, aspettative, consapevolezza del bisogno di regolazione e capacità di applicare strategie); mentre quelli esterni includono pattern di integrazione interpersonale (responsività, cooperazione, reciprocità, disponibilità, supporto e accettazione) e training espliciti (fra cui rinforzo e disciplina).
Secondo Sroufe (1995), nello sviluppo, le emozioni hanno un duplice compito di esprimere e gestire l’affetto: “La capacità di mantenere un comportamento organizzativo in maniera flessibile di fronte ad alti livelli di tensione costituisce un aspetto centrale delle differenze individuali stabili nell’organizzazione della personalità”.
Sroufe descrive la regolazione emotiva da parte del bambino come la capacità di mantenere l’organizzazione comportamentale di fronte a elevati stati di tensione, concepita in una successione temporale ben definita in cui è centrale il ruolo svolto del caregiver.