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Fotografia e ricordi costruiti

Spesso sui social si guardano le fotografie che martellano i minuti di pausa che servono da interruzione. Lo si fa in maniera indolente ed affrettata perché il desiderio sarebbe quello di avere un intervallo più lungo ed i pensieri saltellano tra ciò che si guarda e l’angoscia di non poter attingere tante informazioni per quante bramate. Questo porta a falsare attenzione e conseguente la memoria.
Ciò che è stato fissato nella mente è una impressione errata ed è ben diversa dalla realtà, però dopo essersi convinti che ciò che ricordiamo è giusto, si passa alla critica ed alla divulgazione delle nostre impressioni ingannevoli che ovviamente vengono spacciate per verità.

Tra i ricordi del passato

Guardare di tanto in tanto tra i ricordi del passato, può far scattare delle molle particolari tra le memorie che spingono a riflessioni importanti.
Per quanto mi è stato possibile ho tenuto gli scatti di periodi riferiti all’adolescenza, alla scuola, ai viaggio o agli eventi sportivi. In molti di questi scatti appaiono i vecchi amici e se per la scuola abbiamo realizzato dei gruppi sui social su elementari, medie e superiori, nelle quali i ricordi o gli scatti del nostro album personale sono divenuti oggetto di condivisione, per altri aspetti scatti con gli amici e le vecchie “partner” è stato più difficile creare una “rete” di ricordi in quanto spesso sono state prese strade differenti o si è provato a provato a rimuovere il periodo dalle proprie memorie.
In realtà l’equilibrata osservazione dei vecchi album o dei residui delle singole polaroid ci porta a ricordare le lezioni di vita apprese in quel periodo, fa emergere il desiderio di trascorrere del tempo anche telefonicamente con le persone frequentate o motiva a trovare un contatto.
Purtroppo cercare il telefono di un vecchio conoscente nella vita odierna è divenuto sinonimo di interessi in quanto i sentimenti “debbono” rimanere ben chiusi nel cassetto, mentre nell’osservare un album fotografico è spontaneo che possano tornare a mente le cose che non sono state dette o chieste.
Mio padre parlava due lingue oltre all’italiano ed al siciliano, mi ha spinto a studiarne una delle due e mi ha sempre osteggiato nell’ipotetico studio dell’altra. Quante volte mi son chiesto a cosa fosse legata questa scelta, però non l’ho mai saputo dalle sue parole, ho solo potuto immaginarlo in considerazione che le difficoltà fossero legate alla guerra (la seconda mondiale).
Ma anche l’osservazione dei luoghi può donare un ricordo felice o stimolare la curiosità sul conoscere i cambiamenti della località in questi anni.
Luoghi, cose o animali visti nelle vecchie foto possono donare felicità o tristezza, ma se osservati in maniera equilibrata possono spingere a non commettere errori fatti o recuperare atteggiamenti che forse sono stati abbandonati che in passato ci hanno fatto trascorrere periodi lieti.
Ad onor del vero è più semplice che gli scatti portino a galla episodi felici della nostra vita ed è per questo che non dovremmo mai buttarli e passarli in forma digitale (come sto facendo io) affinché possano essere sempre a portata di mano.
Senza particolare fretta o necessità, dal 4 agosto dello scorso anno ho cominciato ad inserire nell’album “Foto fatte a me” presente nella mia pagina facebook, alcuni scatti che ho potuto recuperare e ho trasferito in digitale. “Scarpe al chiodo” segna il mio ultimo anno da atleta, “Io e Peppe” mi rammenta il corso di avviamento al servizio militare, “Insieme ad Anna” uno scatto con Anna Rita Sidoti (campionessa pluridecorata che rimarrà sempre nei nostri cuori) ed ho proseguito con qualche ritaglio di giornale che è finito anche sul mio blog come immagine a corredo di “Correva l’anno 1975”.
Se in quell’anno c’è stato l’esordio ufficiale in serie C del campionato di pallavolo (che ha seguito quello di Coppa Italia della stagione precedente, ma non documentato con fotografie), oggi propongo quello della stagione successiva che ha sancito il mio esordio in serie B (categoria nella quale siamo stati promossi).
Per una condivisione completa fornisco i nominativi della rosa che componeva la squadra:
Da sinistra in piedi: Dirigente Genovese, Allenatore Torri, Spoto, Cavallo, De Francesco S., Inferrera, De Francesco C., Famà, De Maggio, Preparatore atletico Magazzù, Medico sociale Muscolino, Massaggiatore Scevola;
In ginocchio da sinistra: Vicepresidente Nastro, Storiale, Costantino, mascotte, Presidente Invernizzi, Nicosia, Turbiglio, Schifilliti.

POST CORRELATI

Non rubate i ricordi ai posteri

L’album di famiglia è stato nel Novecento l’epicentro della pratica fotografica, ma al contempo un indispensabile supporto di memoria dei nuclei familiari.
Oggi al tempo dei social, travolti dalle tecnologie digitali e dai cambiamenti repentini della società, stiamo perdendo la nostra “memoria”.
Il classico album di foto di famiglia, spesso realizzato al rientro dalle vacanze con lo sviluppo del rullino a 24 pose (a volte più di uno), ci permetteva di rivivere quei momenti e trasmetterli alle generazioni successive.
Adesso è divenuto già molto difficile raggruppare tutti le immagini che sono state scattate, poi “faticoso” metterle in ordine e selezionarle ed “assolutamente impossibile” realizzare il “libro fotografico” che si può anche ordinare su Internet.
A volte diventiamo persino litigiosi (“questa scartala che sono venuta male” oppure “sistemala con un editing di immagini“, “perché la suocera tiene sempre i figli in braccio mostrando solo la loro testa da dietro?” E così via …).
Eppure siamo ancora felici quando guardiamo un vecchio album, senza preoccuparci dello scatto ci ha immortalati male o della leggera sovraesposizione perché avevamo montato un rullino con ASA da interno.
Non ci adoperiamo per trasmettere ai posteri quei momenti di vita, non facciamo nulla per migliorarci e tenere un ricordo ben composto come il classico brindisi con al centro il festeggiato e tutti i parenti con gli abiti tipici del periodo, ci teniamo solo a fare i selfie davanti alla granita o alla pizza per il nostro “pubblico” dei social. Ci adoperiamo per avere l’app più completa per renderci simili al noto attore o alla splendente modella.
Perdonatemi, vi sembrerò nostalgico, ma credo che i nostri figli/nipoti abbiano in diritto di conoscerci come siamo, di conoscere l’ambiente com’era al nostro periodo e come se lo sono ritrovato.
A coloro che fanno sparire gli album dei ricordi dopo il divorzio per cancellare la presenza dei genitori e degli avi desidero aggiungere che hanno fatto del male ai loro figli/nipoti. Personalmente trovo ancora piacevole ammirare i miei nonni sul calesse e sapere che erano i genitori dei miei che percorrevano strade non asfaltate o definite in pietra lavica, così come provo brividi a vedere uno dei nonni con la divisa da alpino nella prima guerra mondiale e mio padre con blusa e berretto da marinaio nella seconda.
Non rubate i ricordi ai posteri, realizzate album fotografici.

Il “Corrierino”, un bel ricordo d’infanzia

Quando tra i ricordi d’infanzia trovi qualcosa che ti fa volare con la mente, non puoi che ricordare vecchi momenti che confermano la voglia di leggere che è rimasta ben scolpita nel tuo animo.
Sto parlando del mitico “Corrierino” (Corriere dei Piccoli), compagno settimanale del nostro desiderio di apprendere e del nostro orientamento per la vita futura.
Ideata dalla sociologa e scrittrice Paola Lombroso, figlia del celebre scienziato Cesare, è stata la prima rivista settimanale di fumetti italiana, progettata con intenti pedagogici, con l’obiettivo di formare ed educare i giovani in maniera adatta all’età, alternando alle storie illustrate a colori articoli di divulgazione scientifica, di letteratura, racconti e narrativa di buona qualità.
Adesso torno a rileggere questa storia completa di “Cocco Bill” in questo vecchio numero che giorno 27 compirà cinquant’anni (la cui copertina è raffigurata nell’immagine a corredo del post).