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Un bel video sul gufo reale

Amo la natura e ricordo con piacere il mio primo scatto fatto ad un coniglietto a sette anni. Quando mio padre mi regalò la prima macchina fotografica probabilmente pensava che i miei scatti li avrei fatti in famiglia ed invece il mio primo soggetto fu un coniglietto che rimaneva immobile a guardarmi (foto che anche se sbiadita conservo con amore).
Quando rimango a casa e dedico qualche minuto alle navigazioni su internet, a meno che non debba realmente cercare qualcosa in particolare, dedico la mia attenzione alla natura.
Secondo una teoria diffusa nel 1964 da Wilson, nel nostro genoma ci sono due tipi di geni: quelli tipici dell’uomo moderno e quelli dell’uomo naturale per cui la natura è casa (questo pensiero è rimasto teorico).
È per questo che, come detto in passato, un blog che visito con piacere è quello di Manuel Chiacchiararelli, fotografo naturalista, che apprezzo per gli argomenti trattati.
L’altro ieri ho avuto modo di apprezzare un video sul Gufo Reale che condivido con questo post anche se invito tutti i visitatori ad ammirarlo nel suo canali originari.

La libellula rossa

La Libellula rossa o Simpetro sanguineo, è un insetto della famiglia degli Odonati, che dal greco significa “mandibole dentate” o meglio ancora del gruppo degli Anisotteri, perché tiene le ali aperte e orizzontali anche da ferma, mentre gli Zigotteri (Damigelle) le tengono verticali e chiuse.
È una specie comune nell’Europa meridionale e nel nord Africa.
La libellula è un insetto volante che può librarsi a mezz’aria. Mangia altri insetti, catturandoli mentre è in volo. Esistono molte specie diverse di libellule e la maggior parte di esse si trova vicino all’acqua (nella mia foto l’acqua è poco visibile perché nella parte bokeh).
Gli insetti adulti di questa specie si possono incontrare da giugno fino alla metà di ottobre.

Osservare la natura e le sue bellezze

Osservare la natura e le sue bellezze, siano vegetali o animali, è veramente un piacere. Sir David Attenborough, il grande naturalista, afferma che è “la più grande fonte di bellezza visiva, la più grande fonte di interesse intellettuale”.
È chiaro che magari si rimarrà da luoghi ben diversi da quelli che ci tengono incollati al monitor per ammirare i suoi documentari, ma il piacere di vedere gli animali nel loro ambiente ed apprezzare i loro atteggiamenti apprezzando anche il loro territorio è il risultato più ripagante dei momenti “wildlife” che ci offrono scenari ben diversi da quelli quotidiani.
Nelle mie passeggiate in natura mi piace stare a contatto con la fauna selvatica locale (anche se è una gita fuori porta) e rimanere (senza disturbare) ad osservare il loro habitat naturale.
A corredo del post un mio scatto fatto al lago Maulazzo (Alcara Li Fusi – ME) con il 70/200 visibile sul mio album dedicato agli animali.

Scattare foto naturalistiche

Nei prossimi giorni vorrei tornare a scattare qualche foto in ambiente naturale., anche nelle immediate vicinanze.
Certo nei periodi in cui è stato permesso sono tornato in natura, ma ho preferito godere in tranquillità l’opportunità che ci è stata offerta in maniera episodica durante questo protrarsi della pandemia.
Per me uscire di corsa, con la mente concentrata sull’orologio, non è la condizione ideale per fotografare ed allora preferisco non farlo.
Per scattare in natura, seguendo i maestri tedeschi che sono decisamente validi, si deve abbracciare in primo luogo la mentalità della natura.
Sul rispetto dell’ambiente concordiamo un po’ tutti (fatta eccezione per gli ottusi), però in questo caso facciamo solo la metà di quello che è il giusto approccio.
Nell’ultimo giro fatto all’oasi di Vendicari ho impiegato quasi una giornata per fare una trentina di scatti.
La prima fase da tenere in considerazione è la “progettazione”. Io mi seggo ad osservare, talvolta sto dentro le capannine con la fotocamera nello zaino e senza accendere una sola sigaretta (anche se parto attrezzato con il posacenere tascabile). Desidero leggere di più sugli animali della zona (soprattutto se è un’area protetta sono facili da reperire), giungere sul posto con una mimetica in linea con la vegetazione per non disturbare, delle scarpe comode (da trekking) per non avere fastidi ed uno comodo sgabellino da pescatore.
Certo non raggiungo i livelli tedeschi con il notes per prendere appunti, ma il binocolo e la bussola sono sempre con me (buona anche una app sul telefonino che fornisca indicazioni su alba e tramonto).
Osservo l’habitat e comincio ad osservare i loro spostamenti (se riesco ad individuarli subito).
Questa comincia ad essere la fase di “costruzione”, ovvero investo tempo per saperne di più sugli animali e apprezzare il loro spazio abitativo (per non invaderlo)
Ricevuta la conoscenza approfondita sugli animali si può passare alla parte più attesa: trovare la posizione migliore per cominciare a fotografare. Se le fasi precedenti sono state bel svolte avremo maggiori possibilità di essere premiati. È importante comunque rimanere pazienti ed accettare con piacere i tempi di attesa.
Se non riusciamo a fotografare ci siamo guadagnati una bella giornata in natura, abbiamo gustato i suoi profumi ed ammirato i suoi colori (io ho pure fumato meno).
Bene, possiamo partire per il tour.